Leggiamo lo standard:
“Il Pastore Australiano ha un’andatura calma, sciolta e facile. Mostra grande agilità di movimento con un passo ben bilanciato, che ricopre molto terreno. Anteriori e posteriori muovono diritti e paralleli all’asse mediano del corpo. A maggiore velocità, i piedi (anteriori e posteriori) convergono verso la linea centrale di gravità del cane mentre il dorso rimane fermo e orizzontale. Il Pastore Australiano deve essere agile e capace di cambiare improvvisamente direzione o passo.”
Il Pastore Australiano ha un’andatura calma, sciolta e facile. Qui spiegare il concetto non è semplice, e quindi vi riporto un video che vale più di mille parole, ma per “facile”, per come la interpreto io, il cane deve dare quasi la sensazione di galleggiare da terra durante il trotto e il movimento sembra essere fatto senza il minimo sforzo. Anche qui lo standard è chiaro: un cane pesante e con una ossatura esagerata non avrà mai queste prerogative, come anche un cane in cattiva forma e con una muscolatura non adeguata.
Mostra grande agilità di movimento con un passo ben bilanciato, che ricopre molto terreno. Qui la parola chiave è “bilanciato”. Vediamo subito un movimento laterale da tenere come riferimento:
La cagna in questione, se non sbaglio, vinse Westminster qualche anno fa, che è una delle più importanti mostre di bellezza al mondo, vale quasi più di una mondiale, tanto per capirci. E’ una cagna che ha una naturalità di movimento impressionante. Copre terreno, è perfettamente bilanciata e non sbaglia un passo. Inoltre è rapida (di fatti l’handler faceva quasi fatica a stargli dietro, tanto da doverla tirare a se facendole alzare, nella foto, leggermente la testa) e nonostante questo aspetto evidenzia una caratteristica che dovrebbero avere gli australian e cioè il non incrociare durante il trotto gli arti che in quel momento convergono nel baricentro del cane. E’ anche vero che spesso questo “incrocio” dipende anche dall’andatura con cui il cane procede nel trotto, ma è anche vero che in un ring, nel momento in cui i cani girano al trotto contemporaneamente, si possono osservare le varie differenze di movimento e ci sono cani che incrociano anche a trotti molto moderati. Altro aspetto importante è il bilanciamento. Come potete vedere i due arti, anteriore e posteriore, che sono in fase di slancio, sono staccati da terra alla stessa medesima altezza e con la stessa angolazione. Vediamo degli altri esempi di trotto ben bilanciati:
Vediamo ora degli esempi di trotto non corretti. Preciso che stiamo vedendo delle immagini, non dei video e le foto sono appunto degli esempi, riferiti magari a cani che invece muovono bene, ma che in quel momento non erano coordinati nel modo corretto. Inoltre non dimentichiamoci mai il ruolo del conduttore o handler che dir si voglia, perché spesso dipende da lui un corretto movimento del cane.
Qui abbiamo il posteriore che “scappa” come dico io. Questo particolare si nota molto su soggetti poco angolati nel posteriore (non è il caso del soggetto in foto, sia chiaro, cane pluripremiato), ma la foto rende bene l’idea. Si ha come la sensazione che gli arti posteriori vadano più veloci rispetto a quelli anteriori, da qui il mio termine “posteriore che scappa via”.
Qui invece ci troviamo in una situazione opposta e cioè arti anteriori con una angolazione non corretta e il cane tende a muovere male sia avanti che dietro (anche qui non è detto che sia il caso del cane in foto).
Qui ci troviamo invece in una situazione che in inglese viene definita “overdriving”. Ho tolto la testa del cane sperando nessuno lo riconosca perché è un cane italiano, anche se si è visto poco in show. Nel complesso è un buon cane, ma è un cane molto corto ed è proprio un tronco troppo corto a creare questo difetto nel movimento, cioè l’incrocio degli arti durante il trotto. Difetto che comunque si riscontra di frequente, soprattutto, appunto, nei soggetti molto compatti.
Analizziamo anche la schiena o meglio la dorsale durante il movimento. Questa deve essere ferma e orizzontale. Ferma significa che durante il trotto la schiena del cane non deve sobbalzare e che, appunto, resti perfettamente orizzontale come abbiamo visto bene negli esempi di movimento corretti precedentemente. Spesso si sente dire anche “il cane ambia”, ma anche qui io sinceramente di cani che ambiano in un ring ne ho visti raramente tra gli australian, che muovono male sì, che ambiano no. L’ambio non è un modo naturale del cane trottatore di muoversi e raramente lo si vedrà muoversi in questo modo. I galoppatori (vedi boxer e dobermann) tendono di più ad ambiare quando sono soprattutto stanchi. In alcune razze, ma sono veramente poche (vedi il Cane lupo cecoslovacco), l’ambio è tipico nel passo e non di rado ambiano anche quando invece dovrebbero trottare. Le iene ambiano, i cammelli ambiano, le giraffe ambiano. Anche qui porto sempre dei video come esempi, ma basta andare su youtube, inserire la parola “ambio” e troverete tutti gli esempi che volete. In ring potrebbe capitare che il cane ambi per qualche istante, ma spesso dipende dal conduttore o dal fatto che magari il cane non è a suo agio o è distratto. Se tuttavia il cane ambia, questo è un difetto, non ci piove. Torniamo al discorso della schiena che deve essere orizzontale durante il movimento e questo implica anche che il conduttore sia bravo a far muovere correttamente il cane. La testa non va sollevata eccessivamente e un buon movimento laterale implica una testa che si trova di poco superiore all’altezza del garrese. Tornando al discorso dei metatarsi corti di cui parlavamo prima, se il cane è rampante per questo motivo, anche nel movimento si vedrà chiaramente questo difetto con una schiena inclinata verso il posteriore. Come anche l’inverso e cioè una schiena inclinata verso l’anteriore e qui il problema solitamente è dovuto ad angoli poco inclinati del garretto nel posteriore o ad un ginocchio poco definito, quindi il cane tende a stare con il sedere alto rispetto al garrese. A volte può anche dipendere da una inclinazione della spalla troppo eccessiva o da un avambraccio troppo corto. Insomma, i motivi possono essere diversi, ma a prescindere da questi, se un cane durante il movimento non è perfettamente orizzontare e la schiena fa su e giù, va a destra e sinistra (rolla come si dice in gergo) non è ferma rispetto all’orizzonte, c’è qualcosa che non va.
“Anteriori e posteriori muovono diritti e paralleli all’asse mediano del corpo. A maggiore velocità, i piedi (anteriori e posteriori) convergono verso la linea centrale di gravità del cane mentre il dorso rimane fermo e orizzontale.”
Qui faremo uso di disegni perché capiamo meglio il concetto:
Alcuni di questi termini che vedete sopra sono poi validi anche per i cani da fermo, vediamo quindi gli appiombi anteriori e posteriori:
Perdonatemi questo orrendo collage, con tanto di macchie di unto e caffè, ma penso sia comunque sufficiente per capire le varie tipologie di appiombi. Le immagini sopra sono prese dal libro “Giudicare in esposizione” di Piero Renai della Rena, ormai introvabile, anche usato purtroppo.
Un solo appunto sugli appiombi. Non tutte le razze prevedono che sia l’esempio “U” l’appiombo corretto anteriormente. I CLC ad esempio devono avere un certo mancinismo nell’anteriore, come anche altre razze.
Tornando al movimento al trotto. L’esempio con le righe gialle nella penultima immagine mostra un movimento corretto, tipico di quasi tutti i trottatori, cioè il convergere verso la linea centrale del corpo, il famoso “single tracking” o anche “single track”, cioè “tracciato singolo”. Immaginate un cane che trotta sulla neve, noterete che lascerà le sue impronte, più o meno, su una sola linea.
Questo è un movimento naturale per il trottatore e che, senza entrare troppo nel dettaglio, gli permette di ottimizzare al massimo lo sforzo e di percorrere così lunghe distanze (diverso dal galoppatore, più veloce, ma anche meno resistente). Sia chiaro, tutti i cani poi possono trottare o galoppare, ma alcune razza hanno peculiarità più da trottatore, solitamente quelle costruite nel rettangolo come gli aussie, o da galoppatore, solitamente costruiti nel quadrato, peculiarità spesso legate al lavoro per cui sono state selezionate.