Perché sì, come si risponderebbe ad un bambino capriccioso.
Dal mio punto di vista è chiaro che ci sono linee che hanno conservato una forte propensione al lavoro, altre che invece lo hanno perso quasi del tutto. Il 99% dei cani che ci sono in Italia sono cani che provengono da linee prettamente di bellezza, e quindi selezionati per la loro morfologia e non certo per le loro capacità lavorative.
Questo ha per forza diminuito il loro pool genetico preposto a lavorare con il bestiame, non c’è santo che tenga. E’ genetica questa, non sono supposizioni. Sì, certo, qualche reminiscenza ci può essere, più o meno marcata, ma non sarà mai paragonabile a quella di un cane che proviene da linee selezionate per lavorare.
Inoltre, anche ci fossero dei soggetti da show estremamente bravi nel lavoro, avranno pochissime probabilità di tramandare geneticamente le loro qualità, perché non fissate come invece avviene per i cani da lavoro veri e propri. Basta poi vedere i cani sul campo, basta vedere come lavora un cane che proviene da linee da lavoro e un cane che proviene da linee da show. Sono particolari che noti fin da quando sono cuccioli. Hanno un modo totalmente differente di approcciarsi agli animali da reddito che hanno davanti, siano essi oche, pecore o bovini.
Difficilmente trovi un cane da show che morde naturalmente la testa di un vitello, come difficilmente trovi un cane da show che mostra sicurezza anche dopo aver ricevuto un calcio da una pecora o peggio ancora da una mucca. Le linee da lavoro solitamente vanno semplicemente indirizzate, non addestrate, perché è già scritto nel loro DNA cosa devono fare e lo fanno naturalmente, lo fanno perché sono cani che provengono da decenni di selezione allo scopo.
Il cane da show, invece, deve essere costruito, addestrato appunto a fare quel lavoro e questo rimarca l’abisso che c’è tra le due linee. Abisso anche morfologico, sia chiaro. Perché se da una parte si è conservato l’attitudine al lavoro, dall’altra si è persa un po’ la morfologia tipica degli Australian e qui ha valore quanto dice l’USASA, perché effettivamente si vedono spesso dei soggetti provenienti da linee da lavoro che assomigliano più a dei Border Collie che agli Australian.
Anche perché guardando le foto dei primi Australian Shepherd (vedi ad esempio i cani di Jay Sisler) non si differenziano poi molto dai cani da show che vediamo quotidianamente, quindi, a mio parere, appurato e confermato che “infiltrazioni” di sangue border, in passato, ci siano state, queste sono anche relativamente recenti. In fin dei conti, all’allevatore di bestiame poco interessava se il cane era bello, interessava che lavorasse bene, questo in particolare prima che anche il cane da lavoro diventasse pure lui un business, perché, come detto prima, è risaputo che alcuni allevatori di Australian Shepherd da lavoro hanno usato Border Collie per migliorare le loro caratteristiche. Un cane da lavoro realmente bravo può raggiungere quotazioni esorbitanti anche di oltre 20.000 dollari negli Stati Uniti!
L’Australian si differenzia dal Border Collie per un’ossatura più importante, per una testa più massiccia e un muso meno affusolato, caratteristiche che spesso invece si vedono nei cani provenienti da linee da lavoro. Ma si differenzia anche per il suo modo di lavorare e cioè l’Australian da lavoro “puro e duro” ha un loose eyed (non ha gli occhi sempre addosso all’animale da condurre), si muove in modo eretto (upright) e non con una postura bassa usando lo sguardo (l’occhio) come se fosse un Border Collie che è un cane tipicamente strong-eyed e con un modo di lavorare definito crouch e cioè accovacciato. Si vedono però Aussie di linee da lavoro che invece mostrano marcatamente caratteristiche del border collie.
In conclusione, i tempi sono cambiati. Oggi l’aussie è soprattutto un cane da compagnia e non c’è più la richiesta come un tempo per questa razza per lavorare sul campo, quindi poco importa se non sa lavorare. Ma al contempo è importante conservare la memoria storica della razza ed è importante che in molti si stiano appassionando allo sheepdog ricercando linee da lavoro vere e specifiche per lo scopo, importando cani dagli Stati Uniti.
E mi auguro che queste linee da lavoro non scompaiano mai e che continuino ad esistere perché vedere lavorare Australian Shepherd provenienti da vere linee da lavoro è qualcosa di fantastico ed emozionante. E invito tutti ad andare a vedere almeno una volta nella vita un trials o uno stage organizzato dal WASIC (www.wasic.it) che è l’associazione italiana riconosciuta da ASCA.